venerdì 22 aprile 2016

Birthday wishes

Me ne vado, lascio Philadelphia.
Marshall ha intenzione di fare di me una donna onesta. Ma qui o altrove farò il mio dovere sempre.
Sii forte, allenati, diventa più forte e non avere paura di te stesso.

Pearl


Brendan guarda incredulo quel messaggio, arrivato da un numero che non riesce più a raggiungere.
Se non fosse bloccato da un paio di ingessature e un'ingombrante sedia a rotelle prenderebbe la moto, andrebbe alla rincorsa, farebbe...qualcosa, qualunque cosa.
Ma quella terrificante inerzia lo stordisce e lo instupidisce, tanto che alla fine si ritrova a scorrere la memoria dei messaggi, senza sapere che fare.
Pearl...gentile Pearl, tormentata da sogni di fiamme. Kit, le cui ossa bruciavano all'inferno da molto più tempo di quanto potesse immaginare.
Pearl e Talbot, il rimpianto incatenato al mondo terreno.

Brendan sospira, quando per la stessa inerzia torna a leggere il vecchio scambio di messaggi con Hector.
Hector, studioso e dal cuore grande, che si preoccupa per entrambi i fratelli maggiori. Hector che non ha mai odiato nessuno.

C'è anche un altro numero a cui sta tornando sempre più spesso, durante le notti in cui le gambe rotte non lo fanno dormire, durante i giorni che passano sempre uguali e che lo fanno sentire una rondine con le ali spezzate.
E quando apre la schermata di invio messaggio sente un paio di mani invisibili stringergli il collo, un nodo scorsoio fatto di rimpianti.

Ma io non posso avere rimpianti.

 
 
Ulteriore scambio di messaggi in data 23 aprile, tarda nottata. Il numero non è segnato in rubrica.

So già che mi pentirò di averlo fatto.
Ringrazia tuo fratello e un paio di  amici che mi hanno fatto capire che non vale la pena di odiare così tanto. 
Ad odiare si diventa ossa bruciate...ed è un tantino troppo presto per questo.
A questo punto non mi resta altro da fare che parlare con te.
Ora però fammi capire. Cosa vuoi? Porca miseria, mi è venuto un infarto quando ti ho sentito.



[Grazie, Brendan. Lo so che ti costa molto.
Non potevo mandarti un messaggio o una mail.
 Avresti cancellato tutto e mi avresti bloccato, ti conosco.
Non posso parlartene in questo modo, ma sappi che mi dispiace. 
Mi dispiace per quello che ti ho fatto, non te lo meritavi.
Forse è troppo tardi per scusarmi, sono passati tanti anni...]


Hector aveva ragione, qualcosa non va.
Per caso ti hanno dato qualche botta in testa? No, altrimenti non me lo spiego. Sicuro di essere ancora Constantine, lo stronzone che conosco?
Da quando sei andato al college hai cominciato a simpatizzare e militare in gruppi anti superumani, hai sposato una militante attiva, hai fatto finta per anni di non essere il fratello di un mutante e ammetto che hai lavorato parecchio bene per cercare di farmi sentire come tu credevi che fossi. 
Ora che cosa è cambiato?


[E' cambiato che mi sono accorto di aver fatto una cazzata.
Ho...in questi mesi stanno cambiando parecchie cose.]


Beh, complimenti per essertene accorto, meglio tardi che mai: ti darei un biscottino.
Questo non toglie che meriteresti un pugno in faccia.


[Temo che non possa permettertelo.
 Non sei l'unico che tiene al suo visino come una femminuccia.]


Ehi! Stai attento a quello che dici, non ti ho ancora perdonato.


[Lo so. 
Tra qualche giorno sarò a Newark per un convegno, comunque. Volevo dirti questo.
Non è proprio vicinissimo a dove vivi tu ora, ma sempre meglio di Albany.
Puoi raggiungermi?
Ci sono troppe cose di cui parlare, e non riesco nè posso dirtele tutte via messaggio. 
Ti prego.]


Sei sempre l'uomo delle sorpresine, eh? Porca miseria.
Vedrò cosa posso fare.
Sono stati giorni strani e pieni di imprevisti.
Ho preso un bel po' di ferie da lavoro, ultimamente, e non so se posso permettermelo ancora.


[Ti prego. E' importante.
Ti pago io il viaggio, me la vedo io con il tuo datore di lavoro, ma...ti prego.
Ho bisogno di parlare con te.]


Okay, ora sei tu che mi stai facendo preoccupare.
Va bene. Cercherò un volo quanto prima.


[Grazie fratellino. Sei il migliore.
Non sarebbe divertente se ci vedessimo per un po'?
Parlare, fare i cretini come quando eravamo ragazzi...mi mancano queste cose.
Scommetto che sei ancora una schiappa a basket.]


Senti chi parla.

E...grazie. Non credevo di poter parlare ancora con te in questo modo.


[Non ringraziare me. 
Ma ne parleremo poi, va bene?
Fammi sapere quando arrivi e dove alloggi, ci organizzeremo meglio.
Non fare stronzate e non raccontarmi cazzate. Vieni.]


Gli imperativi li usi con la sorella che non hai, scemo.
Ci vediamo presto.


[E a proposito, fratellino...buon compleanno.]


Nessun commento:

Posta un commento