Quando Brendan apre la porta di casa è
ancora buio, le stanze sono tranquille al punto che non osa nemmeno
accendere la luce e si muove con la furtività di un ladro, facendosi
bastare le lucine dell'albero di Natale che non hanno ancora tolto.
Luke e Leila si sono precipitati a
salutarlo nel modo scombinato di tutti i cuccioli, ma nemmeno loro
fanno troppo rumore, e smettono ben presto i soliti salti gioiosi.
Forse si rendono conto che qualcosa non
va, nei buffetti distratti che arrivano al posto delle carezze, nello
sguardo che vaga, in saluti e parole allegre che non arrivano, nel
modo in cui il telepate si muove, col passo rapido di un felino in
gabbia.
Raggiunge in punta di piedi la stanza
da letto, fermandosi solo per posare la giacca, e si affaccia appena.
Josephine dorme profondamente avvolta nelle coperte, sotto gli occhi
vigili dei gatti e di Q, e Brendan, suo malgrado, si ritrova a
sorridere come uno scemo. Per un attimo dimentica tutto, per qualche
secondo si sente quasi fortunato e nel petto gli si gonfia una bolla
fatta di felicità e calore, una fragile bolla che scoppia presto,
troppo presto, quando un pensiero gli accarezza la mente e lo fa
gelare.
Che cosa faresti per proteggerla?
Che cosa faresti, soprattutto, se lei non ci fosse? Quali sarebbero
le tue scelte?
Si inoltra nella
stanza solo per prendere, quatto quatto, una copertina, resistendo
alla tentazione di buttarsi a letto, di abbracciare Jo, di svegliarla
e di raccontare tutto quello che gli ronza per la testa in maniera
disordinata, oppure di restare lì in silenzio, senza pensare,
ascoltando soltanto il rumore dei loro respiri.
Invece se ne va sul
divano, si accoccola lì con Luke che lo guarda dalla sua cesta con
occhi azzurrissimi e un po' perplessi, prima di crollare anche lui,
lasciandolo solo.
Lo sguardo vaga su
una nuova scacchiera, e il ricordo di una serata semplice con
Maximilian, a bere tè e a parlare di cose più o meno importanti,
gli fa scappare un sorriso amaro.
“Hybris.
Significa tracotanza. L'orgoglio dell'uomo che lo porta alla
rovina.”
Non pensava di poter capire quelle
parole così presto.
Si sorprende di come ad un certo punto
tutto ciò che lo angustiava fino a poche ore prima venga messo sotto
un'altra ottica. Mutiny, il quartiere, le cose che lo fanno
arrabbiare, i Folli, i ragazzi scappati...tutto prende una dimensione
lontana e per certi versi periferica.
E non è il pensiero di un'altra
apocalisse a spaventarlo – non del tutto.
Sono passati attraverso tanti inferni,
con la coscienza di avere un tempo limitato, passeranno anche oltre
quello. Una soluzione c'è sempre, l'ha detto al Leonard alternativo,
al loro Preside, e lo
pensa sul serio.
La chiave è non arrendersi, e lui non
vuole farlo. Non può permetterselo.
Ciò che davvero apre un abisso sotto i
piedi è la questione delle scelte.
È davvero così facile prendere
un'altra strada? Ci vuole davvero così poco per mutare il destino di
una persona?
La testa gira tra i pensieri senza una
vera e propria meta, ed è come mettere insieme tessere di un puzzle
mal congegnato.
Da un'altra parte, in un'altra realtà,
lui ha un figlio, e ha scelto di proteggerlo.
Ma dov'è Jo?
Un brivido freddo gli corre lungo la
schiena nel ricordare il tono di voce di quel Carter.
Cosa l'ha spinto ad allontanarsi dalla
Scuola? Quale profondo disinteresse, quale angoscia, cosa non gli ha
impedito di sprofondare nella sua stessa arroganza insicura?
Si ricorda bene la diffidenza e lo
sconcerto di quel Leonard Carter alternativo. Che genere di persona è
quell'altro sé?
Può quasi immaginare quali possano
essere state le scelte che hanno portato quell'altro Brendan a
pensare di sacrificare un mondo intero, milioni e milioni di vite e
di storie cancellate per proteggere una sola persona, una sola
piccola esistenza che per lui vale come un tesoro. Sì, non gli ci
vuole nemmeno troppo sforzo.
Dove sono le persone che lui, in questo
mondo, ama? Quali sono le scelte che li hanno separati, che magari li
hanno cambiati?
È un Brendan che si è arreso,
quell'altro. Un Brendan che non ha voluto rischiare quello che gli
rimaneva, che ha scelto una strada crudele e immediata.
La cosa più terrificante, quella più
spaventosa, è che una minima
parte di lui, una vocina sottile e insistente, lo capisce, comprende
che è una china che avrebbe potuto prendere anche lui, che potrebbe
prendere ancora.
In
fondo, sono la stessa persona.
Quando
Brendan si alza dal divano è ormai giorno fatto, e non sa nemmeno se
ha dormito o meno, se i suoi fossero sogni o semplici pensieri.
Di una
cosa è certo: stavolta può dire di conoscersi un pizzico in più.
Ma non sa quanto gli possa costare quel piccolo pezzetto di
comprensione.
Forse,
stavolta, sa chi non vuole essere.
"Un
passo davanti ai nemici, per essere pronti a combatterli, due passi
davanti agli amici, per proteggerli prima ancora che sappiano di
essere in pericolo."
Ma
un passo davanti anche a se stesso.
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