giovedì 5 gennaio 2017

Hybris

Quando Brendan apre la porta di casa è ancora buio, le stanze sono tranquille al punto che non osa nemmeno accendere la luce e si muove con la furtività di un ladro, facendosi bastare le lucine dell'albero di Natale che non hanno ancora tolto.
Luke e Leila si sono precipitati a salutarlo nel modo scombinato di tutti i cuccioli, ma nemmeno loro fanno troppo rumore, e smettono ben presto i soliti salti gioiosi.
Forse si rendono conto che qualcosa non va, nei buffetti distratti che arrivano al posto delle carezze, nello sguardo che vaga, in saluti e parole allegre che non arrivano, nel modo in cui il telepate si muove, col passo rapido di un felino in gabbia.

Raggiunge in punta di piedi la stanza da letto, fermandosi solo per posare la giacca, e si affaccia appena. Josephine dorme profondamente avvolta nelle coperte, sotto gli occhi vigili dei gatti e di Q, e Brendan, suo malgrado, si ritrova a sorridere come uno scemo. Per un attimo dimentica tutto, per qualche secondo si sente quasi fortunato e nel petto gli si gonfia una bolla fatta di felicità e calore, una fragile bolla che scoppia presto, troppo presto, quando un pensiero gli accarezza la mente e lo fa gelare.

Che cosa faresti per proteggerla? Che cosa faresti, soprattutto, se lei non ci fosse? Quali sarebbero le tue scelte?

Si inoltra nella stanza solo per prendere, quatto quatto, una copertina, resistendo alla tentazione di buttarsi a letto, di abbracciare Jo, di svegliarla e di raccontare tutto quello che gli ronza per la testa in maniera disordinata, oppure di restare lì in silenzio, senza pensare, ascoltando soltanto il rumore dei loro respiri.

Invece se ne va sul divano, si accoccola lì con Luke che lo guarda dalla sua cesta con occhi azzurrissimi e un po' perplessi, prima di crollare anche lui, lasciandolo solo.

Lo sguardo vaga su una nuova scacchiera, e il ricordo di una serata semplice con Maximilian, a bere tè e a parlare di cose più o meno importanti, gli fa scappare un sorriso amaro.

“Hybris. Significa tracotanza. L'orgoglio dell'uomo che lo porta alla rovina.”

Non pensava di poter capire quelle parole così presto.
Si sorprende di come ad un certo punto tutto ciò che lo angustiava fino a poche ore prima venga messo sotto un'altra ottica. Mutiny, il quartiere, le cose che lo fanno arrabbiare, i Folli, i ragazzi scappati...tutto prende una dimensione lontana e per certi versi periferica.
E non è il pensiero di un'altra apocalisse a spaventarlo – non del tutto.
Sono passati attraverso tanti inferni, con la coscienza di avere un tempo limitato, passeranno anche oltre quello. Una soluzione c'è sempre, l'ha detto al Leonard alternativo, al loro Preside, e lo pensa sul serio.
La chiave è non arrendersi, e lui non vuole farlo. Non può permetterselo.

Ciò che davvero apre un abisso sotto i piedi è la questione delle scelte.
È davvero così facile prendere un'altra strada? Ci vuole davvero così poco per mutare il destino di una persona?

La testa gira tra i pensieri senza una vera e propria meta, ed è come mettere insieme tessere di un puzzle mal congegnato.
Da un'altra parte, in un'altra realtà, lui ha un figlio, e ha scelto di proteggerlo.
Ma dov'è Jo?
Un brivido freddo gli corre lungo la schiena nel ricordare il tono di voce di quel Carter.

Cosa l'ha spinto ad allontanarsi dalla Scuola? Quale profondo disinteresse, quale angoscia, cosa non gli ha impedito di sprofondare nella sua stessa arroganza insicura?
Si ricorda bene la diffidenza e lo sconcerto di quel Leonard Carter alternativo. Che genere di persona è quell'altro sé?

Può quasi immaginare quali possano essere state le scelte che hanno portato quell'altro Brendan a pensare di sacrificare un mondo intero, milioni e milioni di vite e di storie cancellate per proteggere una sola persona, una sola piccola esistenza che per lui vale come un tesoro. Sì, non gli ci vuole nemmeno troppo sforzo.
Dove sono le persone che lui, in questo mondo, ama? Quali sono le scelte che li hanno separati, che magari li hanno cambiati?
È un Brendan che si è arreso, quell'altro. Un Brendan che non ha voluto rischiare quello che gli rimaneva, che ha scelto una strada crudele e immediata.

La cosa più terrificante, quella più spaventosa, è che una minima parte di lui, una vocina sottile e insistente, lo capisce, comprende che è una china che avrebbe potuto prendere anche lui, che potrebbe prendere ancora.
In fondo, sono la stessa persona.

Quando Brendan si alza dal divano è ormai giorno fatto, e non sa nemmeno se ha dormito o meno, se i suoi fossero sogni o semplici pensieri.
Di una cosa è certo: stavolta può dire di conoscersi un pizzico in più. Ma non sa quanto gli possa costare quel piccolo pezzetto di comprensione.
Forse, stavolta, sa chi non vuole essere.

"Un passo davanti ai nemici, per essere pronti a combatterli, due passi davanti agli amici, per proteggerli prima ancora che sappiano di essere in pericolo."

Ma un passo davanti anche a se stesso.

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