Scambio di messaggi salvato
nella memoria del telefono di Brendan, data 15 ottobre, primo
pomeriggio.
L'interlocutore è salvato
come “Mr. Hyde”
[Sei
ancora vivo, fratellino?]
Più o meno. Tu? Come va l'ospite
indesiderato?
[Io lavoro a quello che sai, lei ti saluta.
Dice che stai bene con i capelli corti.
In effetti sembri proprio una persona responsabile, tipo
un preside.]
Ha-ha. Siete simpatici come un dito in
un occhio.
…
Ce l'hai presente quel gioco idiota?
[Cosa?]
Ma sì! Quello in cui ciascuno fa una
parte di disegno, con solo l'ultimo tratto visibile da continuare? Ti
sembra di fare un gran bel lavoro, accidenti, un'opera d'arte, ma
alla fine poi esce fuori un mostro alato con la testa di culo.
Oppure il gioco del telefono. Questo è
un infinito, letale gioco del telefono in cui le due parti opposte
finiscono per volersi ammazzare a vicenda anche se fanno parte della
stessa catena.
Solo che non è un gioco, le persone
muoiono davvero, le persone non si capiscono e in generale non
capiscono un cazzo.
A volte sembra quasi che siamo tutti
protagonisti di una storia scritta da un dodicenne idiota, poi invece
penso alle cose da cucire.
ù
[...ti senti bene?]
Hai mai imparato a cucire, tu? Io mai.
Però mi ricordo nonna Jenna che si
diverte a fare le sciarpe, le fa ancora? E i maglioni?
…
Sai...
Ho l'impressione che la vita che
viviamo è come intessere una tela, e ognuno ha la sua parte.
All'inizio ti sembra che vada tutto troppo veloce, è una specie di
schifezza: poi ad un certo punto guardi da lontano e ti rendi conto
che i fili hanno un senso, che il lavoro è passabile, oppure una
gran bella cazzata...ma non lo sai fino alla fine, non te ne rendi
conto fino a quando non hai finito e capisci di aver perso un punto,
che nel tuo pezzo c'è un buco.
E io spero vivamente che la parte che
sto cucendo io non finisca per crollare e distruggere il lavoro che
hanno fatto anche gli altri, quelli che stimo, che amo. Qualche
buchino me lo posso permettere, qualche piccola mancanza, ma il resto
no. Io non mi posso permettere errori...di trama, ecco.
Ha, capito la battuta?
Ecco qua.
E poi mica è un lavoro da fare da
solo, nossignore. C'è tanta gente che lavora con te, persone che
collaborano, persone che cercano di disfarti la tela quando non stai
guardando, persone con un coltello affilato e persone con la quale ti
rendi conto di aver stretto un rapporto così forte da non saper
distinguere i tuoi fili dai loro.
E ti rendi conto che se mai venisse a
mancare quell'intreccio allora sì che sarebbe un bel guaio. Uno si
chiede anche come ha fatto a viverci senza, prima.
Vaffanculo, mi sembra di essere in
ritardo e di correre dietro ad uno stramaledetto autobus, riuscirò a
saltarci sopra per scoprire che è pienissimo e non ho nemmeno fatto
il biglietto.
[Hai bisogno di
berti una birra.]
Lo so.